Abbinamento con vino pugliese
La tradizione religiosa cattolica ci porta al rituale del vino rosso sull’altare durante la messa, così come la focaccia di San Giuseppe ci conduce a quella che oggi è diventata la festa del papà. Dal simbolismo delle fede al reale abbinamento a tavola, resta e vince il vino rosso.
Possiamo spaziare da vino di uve di Aglianico e Nero di Troia fino ai vitigni internazionali come il Cabernet che in Puglia hanno la possenza del sole.
INGREDIENTI PER 10 PERSONE
Mettere in una pentola 100 g di olio di oliva e gli sponsali e far cuocere a fuoco lento, aggiungendo contemporaneamente le olive nere, sale e pepe.
A parte, su una spianatoia, con le farine formare una corona e versare al centro il sale fino, l’olio ben caldo (g 100) con il vino amabile, impastare il tutto e lasciar riposare per 20 minuti.
Prendere metà dell’impasto e stenderlo con il matterello a forma rotonda dello spessore di 4 mm.
Forare con la forchetta la pasta stesa a forma rotonda e spandere il composto di sponsali e olive, aggiungere uva sultanina e acciughe e un filo d’olio in modo uniforme.
Stendere l’altra metà dell’impasto e formare un altro disco di forma rotonda dello stesso spessore del precedente.
Coprire il ripieno in modo uniforme e formare un cilindro, schiacciandolo dall’alto verso il basso e arrotolandolo su sé stesso.
Adagiarlo in una teglia rotonda, aggiungere olio (g 200), bucherellare con la forchetta e portare in forno e cuocere a fuoco moderato.
A Gravina in Puglia per la celebrazione del giorno di San Giuseppe vi è l’usanza della focaccia di San Giuseppe “U Rùcchelə”, una focaccia farcita con sponsali (cipolle primaverili) stufati in olio d’oliva, a cui poi si aggiungono olive nere, acciughe salate, uva passa o sultanina.
Ricetta tipica che può essere pietanza e anche dolce, a seconda delle modalità di preparazione e degli ingredienti che si combinano.
Non è da escludere che “U Rùcchelə” di San Giuseppe di Gravina non abbia subito influssi della cultura culinaria araba, se si tiene conto dell’uso delle acciughe, dell’uva sultanina, dei porri.
Nei tempi passati era cotta tra due fuochi di carboni di legna: fuoco-sotto in un braciere e fuoco-sopra, su un coperchio adagiato al tegame che conteneva la focaccia.
Maestro di cucina ed executive chef Michele ERRIQUEZ