Taralli pasquali: un dolce povero dal gusto ricco

Abbinamento con vino pugliese
Siamo a fine pasto, dove insieme ai classici vini dolci come il Moscato di Trani, il Primitivo dolce naturale o l’Aleatico, in Puglia resta radicata la produzione dei rosoli fatti in casa.

INGREDIENTI

  • Farina 00 Kg. 1
  • Olio di oliva g 150
  • Alcool puro g 50
  • Sale fino g 10
  • Uova intere n. 15
  • Estratto di Anice g 0,05
  • Zucchero fuso g 500

PROCEDIMENTO

In un recipiente sbattere le uova.

Mettere la farina a corona e al centro versare l’olio di oliva, l’alcool, estratto di anice, il sale e le uova sbattute.
Impastare il tutto, lavorare fino a che l’impasto raggiunga una certa consistenza e omogeneità.

Tagliare a tocchetti desiderati e formare i taralli.

Bollirli pochi per volta in acqua leggermente salata per quattro o cinque minuti e fino a che vengano a galla.

Scolarli, adagiarli su un panno e lasciarli asciugare per qualche ora.
Fare un taglio circolare ai taralli con un coltello e cuocere in forno a 180°.

A cottura avvenuta ricoprire di zucchero fuso e lasciare asciugare.

Oggi questo dolce si ripropone con aggiornamenti della ricetta più antica, che prevede l’utilizzo della glassa (“gileppe”).


“GILEPP” (Glassa)
INGREDIENTI

  • Zucchero semolato g 500
  • Acqua g 500

PROCEDIMENTO

In una pentola disporre l’acqua e lo zucchero e girare con un cucchiaio di legno.
Mettere a bagnomaria con acqua bollente e a fuoco spento, girare e rigirare fin quando lo zucchero si presenta filante. A quel punto è pronta per versarvi i taralli e tarallini, impregnandoli di glassa. Tirare e mettere ad asciugare su un tagliere o su un asse di legno.

CENNI STORICI

È un dolce povero, ma che in epoche passate appariva come momento importante di devozione, essendo un prodotto nato localmente come evoluzione del classico tarallo salato.

Autore

Maestro di cucina ed executive chef Michele ERRIQUEZ